Utilizzati in tutti gli step della produzione di un brano musicale i compressori audio sono strumenti di fondamentale importanza nella lavorazione di quasi la totalità delle canzoni che ascoltiamo.
Per prima cosa capiamo cosa sono i compressori e cosa ci consentono di fare:
Un compressore di segnale appartiene alla famiglia dei processori di dinamica, ovvero quella categoria di strumentazione della quale fanno parte, ad esempio, anche gli Expander e i Limiter.
Per definizione un qualsiasi processore di dinamica va a modificare il parametro di ampiezza di un suono. Il compressore in particolare viene utilizzato per ridurre l'ampiezza di un segnale fino a un dato valore, che può dipendere da scopi tecnici legati a processi come il mixing o il mastering o da scopi creativi di produzione.
Come avviene l'attenuazione di un segnale:
Generalmente sulla superficie di controllo di un compressore troviamo dei parametri di regolazione sui quali possiamo andare ad agire per modificare il comportamento della nostra macchina.
I primi due parametri da considerare sono la Soglia (Threshold) e il Rapporto di Compressione (Ratio).
- La soglia ci consente di stabilire il livello dopo il quale il compressore deve iniziare ad agire, è generalmente espressa in dB.
Esempio: Regolando la soglia ad un valore di -15dB imposteremo il compressore in modo che attenui tutti i suoni che superano tale soglia.
- Il Rapporto di Compressione ci consente invece di stabilire quanto il segnale che supera la soglia deve essere compresso, è generalmente espresso come proporzione (2:1; 3:1; 5:1; ecc).
Esempio: Comprimere un segnale con rapporto 2:1 significa ridurre della metà la quantità di segnale che supera la soglia pre-impostata. Se il valore di segnale che superava la nostra soglia di -15dB erano 4dB significa che avrò in uscita un valore di 2dB.
Proseguendo con l'analisi dei controlli che trovo in un compressore mi imbatterò in altri tre Knobs (o manopole) sulle quali posso andare ad agire per modificare dettagliatamente il comportamento del macchinario.
Queste sono il Tempo di Attacco (Attack), il Tempo di Rilascio (Release) e il Guadagno di Uscita (Gain o Make-Up Gain).
- Il Tempo di Attacco è in genere espresso in millisecondi (ms) e stabilisce il tempo in cui il compressore arriva al rapporto di compressione desiderato. Un tempo di attacco lungo consentirà di udire un'azione più morbida del compressore ma allo stesso tempo impedirà alla macchina di andare a controllare eventuali picchi rapidi ed improvvisi nel segnale. La cosa funziona invece in maniera contraria per tempi di attacco rapidi, che ci consentono di controllare picchi di segnale in maniera veloce e precisa, a scapito di un suono in definitiva con transienti di attacco decisamente ammorbiditi e un'azione del compressore aggressiva e più facilmente udibile.
- Il Tempo di Rilascio è espresso anch'esso in millisecondi e ci consente di stabilire dopo quanto tempo il compressore deve terminare la sua azione sul segnale raggiunta la soglia impostata. Un tempo di rilascio lento ci consentirà infatti di avere una azione più lunga del compressore, rendendo l'intervento più morbido e naturale. Regolando invece il rilascio con tempi corti, udiremo di più l'azione della machina anche se avrò la possibilità di seguire più nel dettaglio le variazioni di ampiezza del segnale nel tempo.
- Il Guadagno di Uscita viene in genere espresso in dB e ha la funzione di andare a compensare la perdita di volume che ho durante il processo di compressione del segnale.
Un altro parametro che non sempre troviamo in un compressore è il Knee, che ci consente di andare a regolare in maniera ancora più precisa l'azione del compressore in termini di aggressività o dolcezza dell'intervento sul segnale.
In questo grafico vediamo parametri e comportamento del compressore in funzione dei livelli di input e output.
Vediamo ora le principali tipologie di compressori.
- Compressori FET (Field-Effect Transistor): I Compressori con transistor ad effetto di campo sono senz'altro una delle categorie più importanti per quanto riguarda questi macchinari, ne fa parte infatti il celebre Universal Audio 1176 (in foto qua sotto).
Dal comportamento rapido e aggressivo questa tipologia di compressori vengono spesso utilizzati per dare un carattere unico a rullanti ed elementi ritmici durante la fase di mix. Personalmente utilizzo spesso questo compressore su elementi di batteria...
Peculiarità di tutti i modelli di 1176 (sia hardware che emulati tramite plugin) è che contrariamente a quasi tutti i compressori, i parametri di attacco e rilascio funzionano in maniera contraria; infatti girando la manopola di attacco verso destra andremo a diminuire il tempo di attacco (rendendolo rapido) e viceversa.
Per quanto riguarda il rilascio, allo stesso modo, più gireremo verso destra più sarà rapido e più gireremo verso sinistra più sarà lento.
- Compressori VCA (Voltage Controlled Amplifier): Questi processori di dinamica si avvalgono della variazione di tensione all'interno della circuiteria a transistor per poter comprimere il segnale. La tecnologia utilizzata all'interno di queste macchine ci consente di raggiungere livelli di compressione molto elevati e di poter controllare in maniera piuttosto dettagliata il comportamento del nostro compressore. Consiglio l'utilizzo di questa tipologia di processori specialmente su Mix Bus e Drum Bus per la loro tendenza a "incollare" gli elementi del mix.
Il celebre compressore VCA Neve 33609 N.
Qui invece il leggendario compressore API 2500.
- Compressori Ottici (Opto Compressors): In questa tipologia di processori il segnale viene fatto passare attraverso un circuito che permette la graduale illuminazione di una piccola lampada all'interno dell'apparecchiatura, luce che verrà poi catturata da un fotoresistore (resistore sensibile alle variazioni di luce) e che permetterà la compressione del segnale audio. La quantità della compressione e il modo in cui vado ad agire sul segnale sono quindi determinati dalla quantità di luce che la lampadina emette. Questa tipologia di compressori è eccezionale su voci e per il trattamento di suoni ricchi di basse frequenze per via del loro comportamento morbido e della loro azione piuttosto "trasparente", a renderli così dolci sono infatti i loro lunghi tempi di attacco e rilascio.
Un esempio su tutti è sicuramente il famosissimo Teletronix LA2A.
- Compressori Variable-MU (Valvolari): In questa tipologia di compressori non trovo il parametro Ratio poichè esso viene aumentato all'aumentare del segnale che supera la soglia (threshold) in ingresso nell'apparecchiatura; tutta la fase di compressione viene quindi affidata alle valvole all'interno del circuito. Si può in definitiva affermare che il il rapporto di compressione sia direttamente proporzionale alla quantità di segnale che supera la soglia. Grazie alle cosiddette valvole termoioniche (o tubo a vuoto in gergo elettronico) questi compressori ci consentono di avere in uscita un suono particolarmente caldo a scapito di una minore possibilità di riduzione del guadagno (gain-reduction) rispetto agli altri processori precedentemente descritti.
Sviluppato e commercializzato nel corso degli anni '50 il Fairchild 670 è uno dei più leggendari compressori Vari-MU in assoluto.
Qui il più recente ma non meno conosciuto Manley Variable MU.
Al termine di questa breve introduzione ai compressori audio ringrazio il lettore per l’attenzione e lo invito a seguirci per altri articoli e
approfondimenti.
Igor - Rec39 Studio
